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venerdì 28 dicembre 2018

COLLIO GORIZIANO DOC


Territorio e Zona di produzione del Vino DOC Collio Goriziano


L'area geografica vocata alla produzione del Vino DOC Collio Goriziano si estende nella fascia collinare settentrionale della provincia di Gorizia situata tra i fiumi Isonzo a est, Judrio a ovest e il confine di Stato con la Repubblica di Slovenia a nord e la pianura isontina a sud. in un territorio adeguatamente ventilato, luminoso e favorevole all'espletamento di tutte le funzioni vegeto-produttive delle vigne.


La Zona di Produzione del Vino DOC Collio Goriziano è localizzata in:

provincia di Gorizia e comprende il territorio dei comuni di Capriva del Friuli, Cormòns, Dolegna del Collio, Farra d'Isonzo, Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio e San Lorenzo Isontino.

Collio Goriziano (o Collio) D.O.C.
Collio Goriziano Bianco
 (Vino Bianco)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Chardonnay
(Vino Bianco)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Friulano
(Vino Bianco)
Versioni: Secco

Collio Goriziano Malvasia
(Vino Bianco)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Muller Thurgau (Vino Bianco)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Picolit
(Vino Bianco)
Versioni: Amabile /Dolce o Secco
Collio Goriziano Pinot Grigio (Vino Bianco)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Ribolla
 (Vino Bianco)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Riesling
 (Vino Bianco)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Sauvignon
(Vino Bianco)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Traminer Aromatico (Vino Bianco)
Versioni: Secco

Collio Goriziano Rosso
(Vino Rosso)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Cabernet
(Vino Rosso)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Cabernet Franc
(Vino Rosso)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Cabernet Sauvignon (Vino Rosso)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Merlot
 (Vino Rosso)
Versioni: Secco
Collio Goriziano Pinot Nero
 (Vino Rosso)
Versioni: Secco

Storia del Vino DOC Collio Goriziano

Nell’immaginario collettivo la parola Collio è sinonimo di ottimo vino bianco.

La storia vitivinicola del Collio, come accade per la maggior parte dei territori dove l’uomo si è strettamente legato con l’ambiente rendendo agricolo ciò che era suscettibile di tale destinazione, ha origini lontane. Ciò è attestato da numerosi documenti che dall’epoca romana fino ai giorni nostri ne descrivono le tappe evolutive di una viticoltura che denota un’evidente connessione tra fattori umani, ambiente, storia e tradizioni.

Erodiano, storico greco di età imperiale romana, nel 238 d.C. citava delle viti maritate agli alberi di melo, pero e fico, ma anche ricordava che i vasi vinari di questo territorio vennero utilizzati, una volta legati assieme, per formare un ponte sull’Isonzo per il passaggio dell’imperatore Massimino il Trace. Questo episodio sta a confermare che a quell’epoca la produzione di vino in queste contrade dovesse essere ben cospicua.

Altre citazioni sulla coltivazione della vite si possono cogliere in documenti relativi al periodo dei Goti, dei Longobardi e del patriarcato aquileiese, dove il vino veniva riscosso quale tributo.

In antichi documenti notarili del XIV e XV secolo vengono citate donazioni e compravendite di vigne. Ma è nel 1600 che iniziano a comparire i nomi del vino prodotto nel Collio. Tra questi si cita la Ribolla e il Cividino tra i bianchi e, nei secoli successivi, il Refosco ed il Corvino tra i rossi.

Dalla metà del 1700 fino a tutto il 1800 la Società Agraria Teresiana ha svolto un’opera attiva e proficua per lo sviluppo della viticoltura del Collio. Ciò è dovuto in particolare all’illustre figura di Giacomo Fabricio. A questi va riconosciuto il merito di aver perfezionato e diffuso un sistema di coltivazione della vite a terrazzamenti detti “roncs”, tecnica tutt’ora seguita anche se su dimensioni più ampie di allora, che vede la collocazione di un filare di viti, talvolta due, per ogni terrazza, in quanto a quei tempi gli appezzamenti erano di modeste dimensioni causa il notevole frazionamento della proprietà.

La moderna viticoltura nasce in Collio nella seconda metà del 1800 ad opera del conte Teodoro Latour al quale si deve l’introduzione di pregiate varietà di uve da vino francesi e tedesche in sostituzione di varietà locali di minor interesse. Prevalgono sempre i vitigni a bacca bianca tanto che la cronaca dei primi anni del 1900 riporta che circa il 90% del vino del Collio era bianco e il resto rosso.

Alla fine della seconda guerra mondiale il Collio si trovò separato da un confine tra la Repubblica italiana e la Repubblica Federativa Jugoslava, dando origine a un Collio italiano e al Brda nella parte slovena. E così un territorio unito da sempre per storia, cultura e tradizioni, dove si parlava nella parte italiana friulano, sloveno, e tedesco, dividendosi, non solo ha preso diverse vie evolutive ma ha infranto l’unità di molte aziende agricole, separando e collocando fabbricati e terreni rispettivamente in due Stati diversi con grave nocumento nella conduzione economica delle aziende stesse.

Il Vino DOC Collio Goriziano ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata in data 24 maggio 1968.


○ fonte : assovini.it ○



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