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domenica 20 settembre 2015

Sono Sedici,ai Castelli Romani. #baccoreunioncastelliromani

                            Sono sedici, ai Castelli Romani.

Con la denominazione di Castelli Romani si indica un insieme di paesi o cittadine dei Colli Albani posti a breve distanza da Roma, nel territorio corrispondente all'antico Latium Vetus.
Il territorio dei Castelli Romani è un'area di natura vulcanica, originata dal crollo del Vulcano Laziale alcune centinaia di migliaia di anni fa.  
La storia dei Castelli Romani intesi come area particolare incomincia solo dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, con la disgregazione del potere centrale e il progressivo fenomeno dell'incastellamento che si verificò in questa area in maniera molto intensa.

Dopo la caduta dell'Impero Romano, nell'area dei Colli Albani, iniziarono ad essere costruiti punti fortificati di proprietà di varie famiglie baronali romane, che si evolsero in seguito anche in veri e propri castelli durante l'età medioevale.

Ogni paese dei Castelli ha elaborato, nel corso dei secoli, una sua parlata caratteristica che ne contraddistingueva, e spesso ancora contraddistingue, gli abitanti rispetto a quelli dei paesi vicini.
Albano Laziale, con la Basilica di San Pancrazio, di origine costantiniane, che viene generalmente chiamata Chiesa di Santa Maria Rotonda, a causa della forma circolare, in quanto fu eretta sul ninfeo della villa di Diocleziano. Il Cisternone, che è un serbatoio sotterraneo risalente al II secolo, tutt’oggi ancora utilizzato. Adiacente al Cisternone, c’è la Chiesa di San Paolo, costruita nel XIII secolo e consacrata nel XVIII secolo. Alle spalle di questa chiesa si possono osservare dei resti della recinzione dell’anfiteatro romano. Villa Ferrajoli, originaria del XIX secolo, è immersa in uno stupendo giardino, ed è sede del museo civico, che raccoglie reperti della preistoria e dell’età romana. Le catacombe di San Salvatore, nascosto sotto la chiesa di Santa Maria della Stella, che è un complesso cimiteriale costruito nel III secolo.

Ariccia,  con il Palazzo Chigi, progettato da Gian Lorenzo Bernini nel XVII secolo per volere di Papa Alessandro VII Chigi, dove sono state girate alcune scene del film di Luchino Visconti, Il Gattopardo. Il Barco Chigi annesso al Palazzo, nome che deriva dall’uso che nel Seicento si fece di quest’area, quale recinto per animali da caccia. La Collegiata dell’Assunta e il Santuario di Maria Santissima di Galloro, sempre progettate dal Bernini ed infine l’Ex Collegio di San Nicola, un grande complesso di edifici che oggi ospita il Municipio.

Castel Gandolfo residenza estiva del Papa, a ridosso del lago di Castel Gandolfo o lago di Albano. Qui, oltre al caratteristico centro storico, si possono ammirare la Piazza della Libertà, con al centro la fontana attribuita a Gian Lorenzo Bernini, la Chiesa di San Tommaso da Villanova, sempre del Bernini, il Palazzo Pontificio, progettato da Carlo Maderno e Villa Torlonia.



Colonna, presenta un castello della prima metà del XI secolo, che nel Medioevo faceva parte della città quintanense, in cui oggi è inserito il centro storico del paese che prende il nome da una delle varie colonne che caratterizzavano il Labicum Quintanense.

Frascati città del vino, presenta molti edifici importanti tra cui la Cattedrale di San Pietro, con una facciata di Girolamo Fontana, che ha realizzato anche la fontana che si trova sulla piazza omonima, il Palazzo Vescovile e ville tra cui Villa Torlonia, Villa Aldobrandini, Villa Falconieri e Villa Lancellotti.

Genzano di Roma, paese famoso per il pane IGP e per l'Infiorata, che si realizza la domenica del Corpus Domini, ha un piccolo borgo medievale, con la chiesa di Santa Maria della Cima, una torre dell’antica fortezza dell’importante Palazzo Sforza-Cesarini.

Grottaferrata, dove è possibile visitare la suggestiva Abbazia di San Nilo fondata nel 1004, al di fuori del centro storico, a circa 3 km dalla città, lungo la via Anagnina, presenta le catacombe Ad Decimum, un suggestivo complesso cimiteriale paleocristiano datato III-V secolo d.C., che conserva intatti buona parte dei loculi.

Lanuvio, possiede il Santuario di Giunone Sospita, un Museo Archeologico dedicato alla conservazione dei reperti della Lanuvium romana e preromana, un tratto basolato di strada romana (antica Via Astura) ed un antico ponte (Ponte Loreto), costruito intorno al I secolo d.C., la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, riedificata su una preesistente costruzione gotica e il palazzo Colonna molto alterato. Seicentesca è la Fontana degli scogli di Carlo Fontana.

Lariano, famoso per il pane I.G.P, sorge alle pendici del Monte Algidus, sulla cui sommità vi era, ai tempi dell’Impero Romano,un validissimo avamposto di difesa di Roma e nel Medioevo, invece, un castello fortificato che estendeva il suo dominio su una vasta zona.

Marino, dove si svolge, nel primo fine settimana di ottobre, la rinomata Sagra dell'Uva, è caratterizzata dalla chiesa di San Barnaba, la Fontana degli Schiavi o dei Mori, da dove sgorga il vino nel periodo della Sagra, la Fontana di Nettuno o del Cavallo e Palazzo Colonna, in gran parte adibito ad uffici comunali.

Monte Compatri ha un’antica fortezza su cui si ergeva la cittadina con la chiesa di S. Maria Assunta.

Monte Porzio Catone, nel cui borgo antico, che conserva le sue chiese, si trovano il Palazzo Baronale e l’arco d’accesso al borgo, annualmente (in genere ad aprile) si celebra la grande Manifestazione-Mostra delle orchidee. Nel territorio limitrofo sono situati anche l’Osservatorio Astronomico, la grandiosa Villa Mondragone con il criptoportico del Barco Borghese, nome che deriva dall’uso che nel Seicento si fece di quest’area, quale recinto per animali da caccia ed il sito archeologico di Tusculum.

Nemi è famosa per la Sagra delle Fragole (nel primo fine settimana di giugno) e per il suo suggestivo lago , sulle cui sponde è collocato il famoso Museo delle Navi Romane, risalenti all'età imperiale e fatte costruire da Caligola, nipote ed erede dell'Imperatore Tiberio. Nel 1944, un terribile incendio, forse opera delle truppe tedesche, ormai in ritirata, distrusse questo rarissimo cimelio. Oggi nel museo, riaperto solo nel 1988, dopo un completo
restauro, si possono vedere solo i modellini in scala 1:5 delle navi ed alcuni reperti recuperati dalle navi stesse, un tratto della strada romana che conduceva al Tempio di Diana, nonché mostre temporanee. A Nemi si possono ammirare anche il Palazzo Ruspoli, costruzione medioevale edificata dai Conti di Tuscolo, il Tempio di Diana Nemorense, di cui rimangono i resti di una costruzione romana rettangolare, con parti del portico del peristilio ed un'ara circolare. Vicino al tempio sono stati rinvenuti anche i resti di un teatro.

Rocca di Papa, della cui Rocca oggi non resta quasi più nulla, a causa della spoliazione ordinata da papa Paolo III e per una serie di demolizioni avvenute alla fine dell'800. Monte Cavo, l'antico "Mons Albanus", a 7 km di distanza dal centro, è raggiungibile con una strada carrabile a pagamento o da un comodo sentiero in mezzo al bosco, che si prende dalla piazza principale dei Campi d'Annibale e che, ad un certo punto, si tramuta in una suggestiva strada in lastricato romano, l'antica Via Sacra, che conduce al Tempio di Giove Laziale a cui le popolazioni latine erano estremamente devote. Lì, dove la Vergine avrebbe compiuto un miracolo, venne eretto un Santuario che conserva un affresco di Antoniazzo Romano realizzato su roccia. Il Monte Cavo è la seconda vetta dei Colli Albani e da qui si può ammirare lo stupendo scenario in cui contemporaneamente si vedono i due laghi, quello di Albano e quello di Nemi. Non lontano dal centro del paese si può visitare il Complesso di Palazzolo, una struttura che conserva ancora intatta la sua originaria architettura cistercense ed il sepolcro di un console romano, scolpito nella roccia.

Rocca Priora, il più alto comune dei Castelli Romani (800 metri circa sul livello del mare), oltre agli spettacolari paesaggi, che mostrano in un colpo d’occhio le colline che circondano Roma e si allungano fino al mare, i punti di interesse principali sono rappresentati dalla Chiesa di San Giuseppe Artigiano e da quella parrocchiale della Madonna del Buon Consiglio. Non lontano da Rocca Priora, sorge anche il Santuario della Madonna della Neve, alla quale è dedicata anche una festa a cavallo tra i mesi di luglio e agosto;

Velletri presenta opere importanti tra cui la Torre del Trivio del 1353 con accanto la Chiesa di Santa Maria del Trivio, il Palazzo comunale, l’Oratorio di Santa Maria del Sangue, la Cattedrale dedicata a San Clemente ed il Museo Capitolare.


LE FRASCHE
Con il termine popolare "fraschetta" si è soliti indicare un particolare tipo di osteria la cui diffusione è limitata principalmente alla zona dei Castelli romani nella regione Lazio. Le peculiarità di questa tipologia di ristorazione affondano le radici nella storia di questi luoghi, e con essa si modificano nel corso dei secoli.  
Le fraschette hanno un'origine antichissima, sicuramente medioevale, ma che in altre forme addirittura risalgono all'antica Roma, quando i contadini delle campagne romane in viaggio verso la capitale per vendere i propri prodotti necessitavano di punti occasionali di ristoro durante il tragitto.
Le origini della denominazione “fraschetta” sono riconducibili all'antico borgo di Frascata (l' odierna Frascati), chiamato così poiché in epoca medioevale i boscaioli dell'allora Tusculum erano soliti costruire e vivere in capanne di frasche, probabilmente per costruire ripari di fortuna dopo la distruzione di Tusculum (Tuscolo) nel 1191.  Proprio in era medioevale nacque l' usanza, per i viticoltori del tempo di apporre una frasca ben carica di foglie sopra l' ingresso del locale (come avviene con le moderne insegne) in modo tale da indicare agli avventori che il nuovo vino era pronto da bere. In questo modo i vinai dell'epoca si garantivano una fonte di profitto aggiuntiva, oltre ai normali traffici commerciali dell'epoca, per rifarsi delle spese della vendemmia.  
L'arredamento di questi locali era all'insegna della semplicità: le botti di vino dominavano l'ambiente, solitamente disposte su un lato, mentre a beneficio dei clienti vi erano panche come sedili e tavolacci arrabattati, sparsi nella stanza. Come scarni ornamenti lungo le pareti dei locali solitamente erano esposte delle attrezzature tipiche per la realizzazione del vino. Infine in fondo al locale, su un livello interrato generalmente si trovava la cantina, dove i gestori conservavano il vino.  
Ciò che differenziava le fraschette dalle normali osterie, era il fatto che questi posti fossero sprovvisti di cucina, e non veniva offerto nulla, eccezion fatta per il vino, il pane ed eventualmente uova sode che servivano a preparare il palato alla degustazione del nettare di Bacco. Per tutto il resto bisognava recarvisi muniti di cibi propri. Si trattava quindi di punti di vendita e di degustazione diretta del vino prodotto in quell'annata.  
Ben presto però si sparse l'abitudine da parte degli abitanti più intraprendenti, di approntare dei banchi vendita in prossimità delle fraschette con generi alimentari di vario tipo in modo tale da fornire il companatico agli avventori delle fraschette. Tra questi, un prodotto particolarmente diffuso, di tradizione trimillenaria, era rappresentato dalla porchetta, il cui connubio con questi locali ha reso, col trascorrere dei secoli, inscindibile questo legame. Solo in epoca moderna all'interno delle fraschette stesse è possibile acquistare generi alimentari e quindi effettuare un pasto completo. Con questa evoluzione si è persa certamente la componente originale che avevano questi luoghi nel passato e si è data origine alla loro commercializzazione, anche se in alcuni casi è ancora possibile giovare dell'ospitalità di questi locali alla vecchia maniera.
Ad ogni modo le fraschette ancora oggi sono rivendite di antica origine dove ancora si può degustare il vino “sciolto”, venduto in caraffe di dimensioni variabili, che nel dialetto locale prendono i nomi di : “Barzilai”,“Tubbi” o “Fojette”, equivalenti rispettivamente a due, uno e mezzo Litro. Di particolare tipicità e di rilevante diffusione è la "Romanella", un vino rosso leggermente frizzante e beverino.  Oltre alla porchetta e al vino, gli altri prodotti tipici offerti dalle moderne fraschette provengono dalla enogastronomia della regione e sono principalmente costituiti da salumi, formaggi freschi e stagionati ed antipasti vari quali olive sott'olii e sott'aceti.  Questi antipasti, in genere, sono serviti in quantità talmente abbondanti che difficilmente si riesce ad ordinare un primo piatto (qualora disponibile) e ancor più raramente si riesce ad arrivare ad un secondo piatto, una portata peraltro molto scarsamente diffusa nelle fraschette.  Tutte queste portate evidentemente si rifanno alla tradizione della cucina romana, pertanto è praticamente d' obbligo da parte del fraschettaro proporre primi piatti classici quali ad esempio: pasta alla "carbonara", all' "amatriciana", o all' "arrabbiata".
Le fraschette di Ariccia:
Il punto nevralgico del “fenomeno fraschette” in chiave commerciale e moderna è rappresentato dalla cittadina di Ariccia, nel cui centro storico sono presenti alcune strade e una piazza dominate esclusivamente da questo tipo di locali. Particolarmente forte qui è l'abbinamento con la porchetta, la cui produzione in questi luoghi vanta una tradizione millenaria risalente ad epoche pre-romaniche ed in particolare alla popolazione dei Prisci Latini.
Il gestore, almeno nel Lazio, è il fraschettaro
“Noi dobbiamo questa magnifica montagna a certa eruzione vulcanica anteriore di parecchi secoli alla fondazione di Roma. In un tempo che ha preceduto ogni storia essa emerse in mezzo alla vasta pianura che una volta si estendeva tra gli Appennini e il mare.”
Stendhal,La badessa di Castro.
Le fonti delle informazioni qui riportate:
www.portaledelleosterie.it  , Wikipedia , Valmontone bed and breakfast.  


Sabato e Domenica 24 e 25 Ottobre 2015
Ai Castelli Romani,
#baccoreunioncastelliromani
Il Viaggio Perfetto!
Cucina,Vino,Tradizioni,Arte,Natura,Storia,Natura......

Bacco Reunion Castelli Romani

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