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giovedì 10 gennaio 2013

Abbazia di Monte Uliveto Maggiore,Asciano Siena.



                          Abbazia di Monte Uliveto Maggiore,Asciano Siena

                                                  Nata nel 1313 per iniziativa del senese Bernardo Tolomei , 1272-1348, che scelse come norma di vita la regola di San Benedetto. L'abbazia di Monte Oliveto Maggiore è un complesso monastico all'interno del comune di Asciano, sede dell'abate generale della congregazione benedettina di Monte Oliveto ed è sede dell'abbazia territoriale di Monte Oliveto Maggiore.
 Missione , Monastero di vita Benedettina caratterizzato dalla preghiera e dal lavoro : ora et labora.

L'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Casa Madre della Congregazione Benedettina di S. Maria di Monte Oliveto, Bernardo fu un vero innamorato di Maria fin dalla sua giovinezza; infatti la Congregazione da lui fondata, tra le varie congregazioni monastiche dell'Ordine Benedettino, ha tra le altre caratteristiche una particolare devozione alla Madonna, evidenziata anche dal colore bianco dell'abito dei monaci.  È situata su un'altura a dominio delle Crete senesi all'interno di un bosco di cipressi, querce e pini, è uno dei più importanti monumenti della Toscana sia per l'importanza storico-territoriale che per l'elevato numero di opere d'arte in essa racchiusa.



L’Abbazia è composta da un Interno, si accede al monastero tramite un palazzo medievale in mattoni rossi, raggiunto percorrendo un ponte levatoio e sovrastato da una massiccia torre quadrangolare dotata di barbacani e merlature. La costruzione di questo edificio, adibito a porta d'ingresso fortificata del monastero, fu iniziata nel 1393, per terminare nel 1526 ed essere poi seguita da un restauro nel XIX secolo. Sopra l'arcone d'ingresso è posta una terracotta smaltata, raffigurante la Madonna col Bambino circondata da due angeli, attribuita ai Della Robbia; nei pressi è posta un'altra terracotta robbiana, raffigurante San Benedetto benedicente. , Chiostro grande È a pianta rettangolare e venne realizzato tra il 1426 e il 1443. È caratterizzato, sul lato più antico, da un loggiato a doppio ordine e da un pozzo costruito nel 1439.Il chiostro grande è completamente dipinto, sotto le volte, da affreschi riguardanti la vita di San Benedetto realizzati da Luca Signorelli e Antonio Bazzi detto Il Sodoma.                                                                                                                         È una delle più importanti testimonianze della pittura italiana dell'epoca rinascimentale. Gli affreschi del Signorelli sono otto lunette e vennero realizzati nel 1497-98. I restanti sono del   Sodoma e vennero realizzati dal 1505 in poi.   

                                                                                                        



La Chiesa, Si accede dal chiostro grande attraverso un passaggio sulla cui sinistra è posto l'affresco Gesù che porta la croce, uno dei capolavori del Sodoma. Sempre dello stesso artista sono anche l'affresco posto sulla destra (Gesù alla colonna) e anche San Benedetto che dà la regola ai fondatori di Monte oliveto. Si entra nell'atrio, realizzato sul luogo di un'antica chiesa realizzata nel 1319 alle cui pareti sono posti gli affreschi raffiguranti i Padri eremiti del deserto del 1440 e un altro raffigurante il Miracolo di San Benedetto, tutti realizzati da un ignoto artista di scuola senese. In una nicchia è posto il gruppo scultoreo di fra Giovanni da Verona raffigurante la Madonna col bambino in trono.La chiesa, a una navata a croce latina, presenta un interno molto luminoso. È stata rinnovata in forme barocche nel 1772 da Giovanni Antinori. La maggiore opera d'arte presente è il coro ligneo intagliato e intarsiato di fra Giovanni da Verona, realizzato nel 1503-1505. Si tratta di uno dei più importanti esempi di opere di tarsia d'Europa Altre opere degne di nota sono il leggio di frà Raffaele da Brescia e la tela di Jacopo Ligozzi, raffigurante l' Assunta e sempre dello stesso autore anche la Natività di Maria (1598) posta dietro l'altare maggiore. Dal transetto si accede alla Cappella del Sacramento che contiene un Crocifisso in legno policromato della prima metà del XIV secolo. Notevole anche la Sagrestia con il soffitto in legno intarsiato realizzato nel 1417. Chiostro di mezzo Vi si accede dal lato sud del chiostro grande.                                                                                                                                                                                             Venne realizzato nel XV secolo ed è circondato da un porticato con pilastri ottagonali. Sopra la porta di accesso vi è la tela raffigurante la Madonna col Bambino e angeli dell XV secolo. Sulla destra dopo aver attraversato un atrio in cui sono posti un lavabo del XVI secolo e sopra l'affresco dell'Annunciazione del Riccio, si accede al Refettorio. Biblioteca e Farmacia Dal chiostro di mezzo per una scala si accede al primo piano. Sulla prima rampa è posto l'affresco del Sodoma dell'Incoronazione di Maria; sulla seconda rampa l'affresco di ignoto raffigurante la Deposizione. Nel vestibolo dipinto ad encausto raffigurante Personaggi e fatti della Congregazione Olivetana di Antonio Muller di Danzica risalente al 1631 e un bel candelabro ligneo del 1502 di fra Giovanni da Verona.


La sala della Biblioteca venne realizzata dallo stesso fra Giovanni da Verona. Accanto è la Biblioteca monastica che contiene 40.000 tra opuscoli, volumi e incunaboli. il colonnato della stanza sta in piedi nonostante nella stanza sottostante non ci siano colonne (c'è il refettorio), poiché le colonne sono inclinate in modo da scaricare il peso sul muro portante. Dalla biblioteca si accede alla Farmacia che raccoglie in vasi del XVII secolo una ricca collezione di erbe medicinali. Si tratta di una grande ambiente coperto a volte, decorato dagli affreschi di frà Paolo Novelli del 1670. Sulla parete di fondo è posta la tela raffigurante l'Ultima Cena di Lino Dinetto (1948). Definitorio Con il nome Definitorio si intende la Sala del Capitolo (1498), sulla cui parete di fondo è posto l'affresco Madonna col Bambino e Santi di Matteo Ripanda (XVI secolo), in cui è stato allestito un piccolo museo di arte sacra. Vi sono infatti ospitati una serie di dipinti quali la Madonna col Bambino di Segna di Bonaventura, la Maestà del Maestro di Monteoliveto, il San Bernardino di Neroccio di Bartolomeo, l'affresco di scuola senese raffigurante San Sebastiano e la Madonna col Bambino di Vincenzo Tamagni.                                All’Abbazia appartiene una lunga tradizione di produzione del vino. La costruzione in mattoni “faccia a vista” della storica cantina nei sotterranei del monastero, risale alla seconda metà del 1300. E’ composta da due parti: un tinaio per la vinificazione delle uve e un locale per lo stoccaggio del vino in botti di legno. Lo spazio occupato dal tinaio e dalla cantina, il numero e le dimensioni dei tini e delle botti testimoniano come l’Abbazia sia stata il punto di riferimento e di raccolta, non solo delle proprie uve ma anche di quelle prodotte dai contadini della zona. Dalla vendemmia del 2008 la vinificazione è stata trasferita nella Cantina di Bollano, più grande e di più agevole accesso, costruita all’inizio del 1900 in mattoni “faccia a vista”. E’ possibile visitare la cantina dell’abbazia e degustare i nostri prodotti; l’ingresso è libero.          

Partendo da Siena , troverete una serie di rotonde dove dovrete andare diritto seguendo la strada per Arezzo. Penserete di aver preso per sbaglio la statale, ma proseguite e prendete l'uscita TAVERNE D'ARBIA NORD(7,3KM).A circa 8 km DA Siena le trafficate strade principali cedono il passo ai campi di grano e delle Crete. A seconda delle stagione, il paesaggio si tinge di sfumature rosate o dorate. Orlata dai cipressi, la strada raggiunge serpeggiando l'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (34,8km), dove il paesaggio e' assai meno riarso. La trecentesca abbazia e' famosa per gli affreschi del Signorelli e del Sodoma: e' aperta tutti i giorni dalle 9,15 alle 12 e dalle 15,15 alle 18.     

                                                             Marianna Bandecchi                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

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