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lunedì 5 novembre 2018

DALLA BASILICATA L'ARTE DELLA CUCINA CON IL CUCCI'A

Cuccìa"....quando si assapora la tradizione ad ogni boccone!

Come ogni anno, in occasione della giornata di commemorazione dei defunti, si rinnova il tradizionale rito della “cuccìa”, piatto povero a base di grano e ceci.

Piatto di cuccìa.

Un po’ di storia…
Questa tradizionale pietanza si tramanda da tempi antichi.
La prima fonte scritta che ne dà notizia è il Vocabolario siciliano-latino dello Scobar, stampato a Venezia nel 1519 dove si legge: “Cucchia: triticum decoctum” (Cuccìa: grano bollito).
Il termine deriva dal greco τα κοκκια, ovvero  grani o granuli e sembra, in effetti, che le origini della cuccìa siano da ricercare proprio nell’antica Grecia e più precisamente all’interno delle Antesterie, le festività in onore di Dioniso che si tenevano nei mesi di febbraio e marzo. All’interno di questi riti si celebrava, in venerazione dei defunti, la festa dei Chitri durante la quale si preparavano pietanze composte da grandi quantitativi di semi conditi in maniera molto essenziale. Da qui nasceranno la cuccìa e la sua equivalente kollyva, termine che deriva da κόλλυβος ovvero il “chicco di grano” anticamente utilizzato per pesare l’oro.
Questo piatto ha assunto un alto valore simbolico nelle ritualità del Cristianesimo primitivo a Bisanzio.
Questa tradizione si diffonderà seguendo due importanti strade dell’espansione culturale e politica greco-bizantina o, più in generale, nell’intero mondo ortodosso.
Da una parte la ricetta si diffonde verso i Paesi dell’Europa orientale, dove è preparata tuttora. In Russia, infatti, è conosciuta come kutya, in Serbia come koljivo, in Romania è la colivă e in Bulgaria si chiama kolivo. Inoltre si mangia anche in Ucraina, Lituania, Bielorussia e Polonia.
L’altra strada è diretta verso le regioni dell’Italia meridionale dove l’usanza, oltre ad assumere l’originaria funzione rituale in onore dei defunti, si allontana dalla fede ortodossa e adotta quella cattolico-romana, estendendosi anche alle festività di alcuni santi. Oggi in molte località la cuccìa è preparata tradizionalmente il 2 novembre, dedicato alla commemorazione dei defunti, e il 13 dicembre nel giorno di Santa Lucia.
In Grecia è preparata ancora oggi ed è conosciuta come koliva; in Libano esiste una pietanza simile chiamata snuniye. Nella Chiesa ortodossa la pietanza è utilizzata all’interno delle liturgie.
Oggi, in Italia, se ne conoscono diverse varianti che spaziano dal salato al dolce, tutte accomunate dalla presenza di semi, dal forte potere simbolico di rinascita. Infatti, come si legge nel Vangelo di Giovanni «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto», ogni seme ha in sé nuova vita. Il grano, inoltre, è il simbolo del sole e del susseguirsi delle sue fasi, rappresenta in un certo senso il passaggio dell’anima dall’oscurità alla luce.


La cuccìa a Tolve (Pz).






 Tolve (Pz).

La cuccìà di Tolve è un piatto salato, la cui preparazione è molto semplice.
Gli ingredienti sono due: grano e ceci. Si predilige un grano tenero. In passato si utilizzava una tipologia chiamata, dalle nostre parti, “tiradritto”, caratterizzato dal chicco rotondo e piccolo, molto friabile e che tendeva a spezzarsi facilmente e a “sbocciare” dopo la cottura.
Innanzitutto si pulisce e si lava il grano, poi lo si lascia in ammollo in semplice acqua minimo per una giornata. Questa procedura permette una cottura più veloce. Si lessano i ceci a fuoco lento. Il giorno dopo si fa cuocere il grano in una pentola capiente. Anticamente la cottura del grano avveniva nelle “pignate” o in grossi pentoloni chiamati “corar” posti vicino al fuoco. Una volta cotti gli ingredienti si uniscono e si mescolano bene.
                     

Il piatto è buono già così oppure lo si può condire con un soffritto di olio, aglio e polvere di peperone.
Fino a qualche decennio fa la mattina del 2 novembre schiere di bambini si recavano da vicini e parenti per prenderne un po’ e non mancava la formula emblematica: “C l’an’m ri murt!” (per l’anima dei morti), a richiamare l’alto valore simbolico.
Oggi il rito non si è perso grazie all’azione della Pro loco di Tolve che ogni anno prepara la cuccìa e la distribuisce durante la mattina del 2 novembre.
…perché queste tradizioni sono dei valori e non devono morire!


                                           
Bacco Per Bacco Italia
◎ ILARIA PAPPALARDO ◎

                                           

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