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lunedì 1 settembre 2014

BACCO IN CIOCIARIA part.1

                                     BACCO IN CIOCIARIA

                 Orvieto e l'entrata in Ciociaria ad Anagni.


 Dopo aver percorso un tratto della Val D'Orcia arriviamo ad Orvieto, città costruita sopra il tufo, di sorprendente bellezza è il Duomo con la sua facciata, raffinata e imponente bellezza.



Vicino alla funivia c'è il Pozzo di San Patrizio, un esempio unico di audacia ingegneristica e decoro architettonico. Costruito da Antonio da Sangallo il Giovane nel XVI secolo per raggiungere una vena d'acqua sottostante le rupe di Orvieto, il pozzo è un largo cilindro profondo 53,15 metri e largo 13,40 con due scalinate a spirale , illuminate da 70 finestroni centinati e sovrapposti. Queste scale sono il capolavoro del Sangallo : formate da 248 bassi scalini, permettevano la discesa e la risalita di intere colonne di muli carichi di otri d'acqua, senza che si intralciassero durante il percorso. L'idea di realizzare questo pozzo , affinchè la città  fosse rifornita d'acqua pura anche durante un possibile assedio, fu di Papa Clemente VII , che nel dicembre 1527 , ai tempi del sacco di Roma,si rifugiò ad Orvieto che, costruita su un pianoro tufaceo isolato e sovrastante la Valle del Paglia, era l'unico luogo sicuro più vicino a Roma. Clemente VII però, come racconta la storia,temeva talmente la furia dei Lanzichenecchi da voler rendere Orvieto autosufficiente in caso di un assedio prolungato. Quindi fece venire il Sangallo, suo architetto di fiducia, che escogitò la soluzione del pozzo a doppia spirale. I lavori cominciarono subito ma terminarono  nel 1537 , quando il Papa era ormai morto da tre anni. L'opera dell'architetto fiorentino ebbe il nome di Pozzo della Rocca e , subito intorno ad esso, certamente per la suggestione del luogo,sorsero leggende legate alla discesa negli inferi. Ma la profonda cavità richiamò alla memoria il mito , ancora vivo nel cinquecento, del purgatorio di San Patrizio, una caverna sita in Irlanda che,sempre secondo una credenza medievale, immetteva negli inferi. Secondo la leggenda, conosciuta in tutta Europa, Dio stesso indicò la caverna a San Patrizio, impegnato nell'opera di evangelizzazione dell'isola,per aiutarlo a vincere l'incredulità di alcuni irlandesi riguardo alle pene dell'oltretomba. Il signore assicurò al santo che chiunque si fosse trattenuto un giorno e una notte nella caverna avrebbe ottenuto la remissioni dei peccati. Con il passare del tempo al Pozzo di San Patrizio si è aggiunto un'altro significato legato alla sua profondità. Infatti , la locuzione “ essere come il pozzo di San Patrizio” vuol dire “ disporre di inesauribile ricchezza”. Forse, proprio per questo modo di dire,i visitatori che si recano nel pozzo , gettano speranzosi una monetina nella polla d'acqua, alimentata costantemente dalle sotterranea fonte di San Zeno. La scritta QUOD NATURA MUNIMENTO INVIDERAT INDUSTRIA ADIECIT significa l'artificio di cui si fece uso per supplire ad una carenza della natura.


Seguiamo verso Anagni,entriamo nella Ciociaria, l'alta Ciociaria.  
Anagni la città dei papi celebre anche nell'antichità per la sua ricchezza. Qui nacquero quattro pontefici; Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro IV, Bonifacio VIII che e' stato uno dei papi  nella lotta per l'affermazione del primato della chiesa sul potere temporale dei re e imperatori. Fu luogo di soggiorno preferito dai pontefici soprattutto nei secoli XII e XIII la Cattedrale fu sede di fatti storici come il Pactum Anagninum, il trattato firmato dai legati dell’imperatore Federico Barbarossa con papa Alessandro III dopo la sconfitta di Legnano (1176), l’elezione di papa Innocenzo IV nel 1243 e le canonizzazioni di sant’Edoardo re d'Inghilterra (1161), san Bernardo da Chiaravalle (1174) e santa Chiara d'Assisi (1255). In essa furono anche comminate le scomuniche all'antipapa Vittore IV e all’imperatore Federico Barbarossa (1160), la seconda scomunica a Federico II (1239) e poi a suo figlio Manfredi (1254). Capitale religiosa degli Erinci, al centro delle vie commerciali fin dall'età arcaica,conserva in maniera eccezionale, a differenza delle altre città erniche, un circuito di mura realizzate in blocchi squadrati di travertino, simile nella tecnica alle mura “serviane” di Roma. Particolarmente spettacolari gli “ Arcazzi”, grandi arcate cieche che sostengono le mura e il terrazzamento urbano soprastante. Un nuovo sistema di fortificazioni fu poi realizzato nella seconda metà del cinquecento da alcuni dei più celebri architetti dell'epoca.



Da non perdere è la visita alla cattedrale di Anagni con la Cripta di San Magno. La Cattedrale ha una possente facciata romanica e il campanile alto 30 metri, sorge nel punto più alto della città. Costruita per volere di San Pietro da Salerno venne ultimata nel 1104 e dedicata a Santa Maria Annunziata. L'interno è diviso in tre navate,soffitto ligneo per quella centrale , mentre le laterali sono coperte da volte a crociera. Interventi effettuati nel corso del XIII secolo hanno introdotto elementi architettonici gotici . Dello stesso secolo è la pavimentazione cosmatesca. Del XIII secolo è la decorazione pittorica delle pareti, Vergine con il bambino e una testa di San Pietro. Un importante restauro degli anni Trenta e Quaranta del XX secolo ha spogliato le pareti da dipinti e stucchi moderni riportando alla luce l'originale aspetto medievale dell'edificio. Le decorazioni delle absidi rimangono ottocentesche. Sulla parete di sinistra si aprono la cappella Lauri del XII sec., il Battistero e la cappella Caetani del XIII sec. Con interessante monumento funebre gotico; su quella destra la cappella Raoli del XIX sec.


La Cripta si San Magno costruita insieme alla cattedrale è destinata a contenere e proteggere le reliquie di San Magno, al quale è dedicato l’altare maggiore. Le pareti completamente ricoperti di pitture, fanno della cripta, rettangolare e suddivisa in tre navate, il vero tesoro della cattedrale. Non a caso è stata ribattezzata come la “cappella Sistina del medioevo”,un tripudio di luce dove i dipinti somigliano a tarsie preziose. Accoglie uno straordinario ciclo pittorico di 540 mq realizzato da tre botteghe di artisti tra le più abili dell'epoca , si vede la presenza di tre stili diversi, da quello bizantineggiante a quello maggiormente plastico e naturalistico. La datazione è tra il XII sec e la prima metà del XIII secolo.Il ciclo narra la storia della salvezza dell'uomo attraverso il riferimento a vari temi:


 Creazione del cosmo e dell'uomo basata su teorie filosofiche-scientifiche;su due volte e su una delle pareti immediatamente sottostanti, troviamo dipinti “scientifico – astronomici”, che sembrano direttamente tratti da uno dei manoscritti astrologici miniati medievali;la       storia dell'Arca dell'alleanza, storie di santi e Apocalisse di Giovanni di Pathmos.
Al centro della prima volta troviamo la nascita dell’universo ed è chiaramente riconoscibile la ruota dei segni dello zodiaco; sull’arco immagini a rappresentazione di un fantastico mondo sottomarino.
La seconda volta ,perfettamente conservata, dove vi domina un azzurro lucente, presenta la nascita dell’uomo si tratta della rappresentazione di un microcosmo.
Nel tondo centrale c’è l’uomo, nudo e a figura intera, attorno al quale si collocano quattro sezioni, di diverso colore, contenenti quattro sfere con dei volti; essi rappresentano le quattro stagioni della vita umana, ognuna delle quali accompagnata dal rispettivo elemento, umore e stagione astronomica.



Sulla parete, oltre alla rappresentazione dei due medici Ippocrate e Galeno, ai quali gli antichi attribuivano la formulazione della “teoria dei quattro elementi”, abbiamo l’illustrazione dell’equilibrio degli elementi del cosmo secondo un preciso schema numerico. Essa viene tratta dalla teoria dei quattro elementi o temperamenti, appunto, il cui quadro si delinea a partire dal II o III secolo. La bile nera, il flegma, la bile gialla ed il sangue, erano i quattro elementi del corpo; a questi umori corrispondevano gli elementi del cosmo acqua, aria, terra, fuoco, le quattro età dell’uomo,infanzia, adolescenza, maturità e vecchiaia, e le stagioni; tutto cio’ non aveva che la funzione di spiegare e razionalizzare il microcosmo ed il macrocosmo, perfettamente armonici. Nella cripta di Anagni è possibile visionare l’unica rappresentazione scientifica dell’origine dell’uomo e dell’ordinamento del cosmo in un edificio religioso. Gli altari conservano le reliquie dei Santi e Martiri , tra cui spiccano San Magno, patrono di Anagni, Santa Secondina, anagnina,e il vescovo Pietro.
L'oratorio di San Thomas Becket l'ambiente a lui dedicato , arcivescovo inglese assassinato nella cattedrale di Canterbury nel 1170, mantiene intatta l'antica struttura di un mitreo. Costruito nei primi secoli dell'era cristiana mantiene l'originale  ara sacrificale. Le pareti accolgono un ciclo pittorico con scene del vecchio testamento e del nuovo testamento, teorie di santi e apostoli, il giudizio universale e episodi relativi a San Thomas Becket  tra cui il suo martirio,di incerta datazione certamente successiva alla canonizzazione del santo nel 1173.
Il lapidario si trova negli ambienti dell'antico chiostro dove sono conservate lapidi romane ,paleocristiane, medievali e moderne. Presenti anche dei componenti di arredo liturgico del IX sec e lastre decorate con mosaici cosmateschi del XIII secolo. La cattedrale ha una raccolta  di oggetti preziosi come paramenti liturgici , il cofanetto di Thomas Becket , mitre e borse tra le più antiche d'Europa, dalla sala del tesoro si accede alla cappella medievale del Salvatore con decorazioni pittoriche originali e opere lignee.


Vicinissimo alla cattedrale si trova il palazzo di Bonifacio VIII, risalente al secolo XI. Attualmente e' sede del Museo Bonifacio VIII, tenuto dalle suore Cistercensi. Al suo interno la famosa "Sala dello Schiaffo". Altri monumenti importanti di Anagni sono il palazzo comunale costruito negli anni 1160-1163, su progettazione e direzione dei lavori dell'architetto Jacopo da Isco. La chiesa di S. Andrea con annesso campanile di origine romanica. Rimaneggiata nel 1700, il suo interno conserva il "Trittico del Salvatore" sul legno dorato. La chiesa di S. Pietro in Vineis, con alcuni affreschi del XIV secolo annessa al collegio "Principe di Piemonte". La chiesa di S. Giacomo, annessa al convitto "Regina Margherita". La chiesa della Santissima Annunziata, con una tela del Maratta, raffigurante la Madonna.  
 Nel canto XX del Purgatorio della Commedia Dante Alighieri cita l’episodio storico
ricordato come Lo Schiaffo di Anagni e lo condanna,nonostante la sua avversione per il pontificato di Bonifacio VIII.



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