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martedì 28 gennaio 2014

I MURI CHE PARLANO

                                                                             

                                                                 I MURI CHE PARLANO



  Barcellona, [Foto di Luca Lorenzo.]

           I  Murales sono pitture fatte sui muri, un disegno, un dipinto che può ritenersi  una forma completa di pittura. Non vanno confusi con i Graffiti writing. Quest'ultimi, come dice il termine, nascono da scritte, per lo più in origine firme, graffiati.

   Il termine - Murales-  ha origine messicana, e rappresentava tutte quelle pitture fatte dai poeti messicani che parteciparono alla rivoluzione di inizio XX secolo e che furono elemento fondamentale per la presa di coscienza del popolo e le conseguenti lotte sociali. In seguito a quegli eventi,  i murales vennero usati come un vero e proprio strumento di propaganda che permetteva di esprimere concetti e sensazioni senza l’ausilio di parole, che erano di difficile comprensione soprattutto per coloro che non sapevano leggere.    Con il passare del tempo , oltre che essere espressioni creative della popolazione contro il potere, hanno assunto sempre di più valore  estetico senza  mai  abbandonare il valore sociale. Sono testimonianza storica.

   Il termine  è divenuto celebre per il movimento artistico messicano noto come "muralismo",  movimento pittorico nato in Messico dopo la rivoluzione messicana del 1910. Artisti come Diego Rivera, 1886-1957,José Clemente Orozco ,1883-1949, e David Alfaro Siqueiros, 1896-1974, sono i massimi rappresentanti del movimento muralista messicano ,tralasciano le tecniche tradizionali e  preferiscono utilizzare vernici per automobili, colorando il cemento con la pistola ad aria.



     

    Nel 1930 circa, divenne un movimento internazionale, si diffuse oltre che in Messico, in Argentina, Uruguay, Perù, Brasile e Stati Uniti.  In Messico non si è mai smesso di realizzare murales e questa tecnica è stata dichiarata arte ufficiale della rivoluzione. I temi dominanti nei loro murales sono, infatti, la libertà, la rivoluzione, la giustizia sociale e tematiche più strettamente legate alla realtà messicana e all'America Latina, come le rivoluzioni e il golpe.  In Cile ai tempi di Salvador Allende  il murale si diffonde perché forma di manifestazione immediata, chiara ed elementare;  i segni sono semplici e i simboli di facile interpretazione. Il colpo di stato del '73  provoca la fuga degli intellettuali e degli attivisti culturali che emigrano prevalentemente verso Francia e Italia, dove viene importato l'uso del murale.  Un gruppo di artisti arriva in Sardegna e fa riferimento a Villamar dove lavora Antioco Cotza.

[ Digilander.libero.it, storia del muralismo ; Pittorifamosi.it, murales origini e significato; rabanomurales.blogspo.it ]

                                                       

                                                                   Murales  a Villamar, in Sardegna.

     

  Nel 1976 il muralismo arriva a Villamar grazie all'opera dei due esuli cileni Alan Jofrè e Uriel Parvex . Nell’anno successivo  assume una più grande dimensione, soprattutto grazie alle iniziative del Gruppo Arte e Ambiente guidato dal Villamarese Antioco Cotza e degli artisti di Serramanna.  L’aspetto di Villamar, in poco tempo, cambiò radicalmente: perse il suo  grigio  anonimo e assunse colore e vivacità.

 I murales realizzati sono principalmente di due generi diversi, quelli eseguiti da Cotza e dai suoi amici, con colori vivaci e forti sono solitamente di denuncia sociale e rappresentano particolari momenti e avvenimenti storici locali e mondiali e quelli realizzati da Sanna, che con intenzioni diverse, usa il murale per rappresentare paesaggi, località, usi e costumi di Villamar.  

  

  Dai primi murales che privilegiavano come tema i messaggi densi di forti componenti sociali e legati all'attualità si è passati, soprattutto negli ultimi anni, a nuove tendenze che reinterpretano il murale in chiave astratta e ambientale. L'opera dei muralisti svolge una funzione nuova, diventa elemento di arredo urbano per iniziativa degli amministratori. Privilegiata la funzione decorativa si arriva allora all'identificazione del murale con la vitalità di un centro abitato e con la valorizzazione delle sue tradizioni.

[Digilander.libero.it, muralismo Villamar]

                                                                                         


          I Murales di Orgosolo                                



      Orgosolo raccoglie in sé immagini e simboli della cultura barbaricina: alcune di esse si proiettano vistosamente sui muri delle abitazioni e gli occhi del viaggiatore non possono fare a meno di notarle.  Sono i famosi murales, circa 100 suggestivi ritratti di memoria e vita sociale. Immagini di evidente derivazione cubista , nascono da una necessità artistica e sociale insieme. Benché non manchino i murales estetizzanti (alcuni tra i più recenti), stile trompe-l'oeil, l'effetto decorativo è in genere funzionale all'effetto espressivo.  Nell'insieme, esprimono un linguaggio semplice e quando l'immagine non basta alla comunicazione, il muralista ricorre alla didascalia, alla citazione letteraria o politica.

  Lo stile adottato è conforme al messaggio che i murales intendono trasmettere.  Il primo murales  fu realizzato nel 1969, negli anni della contestazione giovanile, dal gruppo anarchico milanese "Dioniso". Negli anni '80, con l'attenuarsi della tensione politica, Del Casino e gli altri dipinsero scene di vita quotidiana: uomini a cavallo, donne con in grembo i propri figli, pastori che tagliano il vello alle pecore e contadini con in mano la falce.  E' del 1994 un murale che rappresenta i conflitti della ex Jugoslavia e la distruzione di Sarajevo.

[Sardiniapoint.it, Salvatore Corrias]​



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